Il 2020 e il 2021 sono stati anni di emergenza anche sul fronte della cybersecurity, con un aumento tendenziale a doppia cifra dei reati informatici (+16,8%) in Emilia-Romagna. Con il diffondersi di strumenti digitali connessi al web, nella nostra vita privata così come sul posto di lavoro, aumenta infatti anche l’esposizione a questo tipo di attacchi.

In un anno in cui i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria calano complessivamente del -19,0% in Emilia-Romagna e del -17,4% in Italia, le truffe e frodi informatiche aumentano del 17,6% raggiungendo le quasi 18 mila denunce all’anno e i delitti informatici crescono del 6,8% raggiungendo i 1.345 casi, per una media complessiva di 52 denunce al giorno.

Nell’ultimo decennio questi reati informatici in Emilia-Romagna sono cresciuti al ritmo del 9,3% all’anno. Nel dettaglio, tra il 2015 e il 2020 il totale dei reati informatici è salito del 54,4% con alcune accentuazioni che emergono dall’analisi territoriale: cresce di una volta e mezzo il fenomeno a Ferrara (+148,6%) ed è quasi raddoppiato a Parma (+96,1%). Si registrano aumenti sopra alla media regionale anche a Modena (+68,5%), all’opposto si osserva un dinamismo più contenuto del fenomeno a Forlì-Cesena (+23,3%) e Rimini (26,5%).

Sempre più imprese percepiscono la sicurezza informatica come un fattore cruciale. Secondo l’ultima indagine Istat sulla situazione e prospettive delle imprese dopo l’emergenza sanitaria oltre due imprese emiliano-romagnole su cinque (il 43,7%) a fine 2021 la ritengono un fattore importante o cruciale, in linea con il dato medio nazionale (43,1%).

Anche le micro e piccole imprese (MPI) mostrano una crescente consapevolezza sui rischi della digitalizzazione e dedicano molta attenzione alla sicurezza, in termini di prevenzione di attacchi ed eventuali azioni di recupero dei dati. Come riporta l’indagine Excelsior di Unioncamere-ANPAL, nell’ultimo anno il 38,1% delle MPI che vi investe lo ritiene fondamentale per lo svolgimento della propria attività, con una crescita di 8,6 punti percentuali rispetto al periodo 2016-2020.

L’attuale guerra in Ucraina ha messo in evidenza come uno dei caratteri dei nuovi conflitti ibridi sia quello degli attacchi informatici. Le operazioni di guerra cibernetica comprendono l’attacco a siti istituzionali e non, mettendo in primo piano il tema della sicurezza informatica di enti e imprese. Già nel 2019 (ultimi dati a disposizione) il 9,3% delle piccole imprese italiane – con 10-49 addetti – avevano subito almeno un incidente di sicurezza ICT, come l’indisponibilità di servizi ICT, la distruzione o corruzione di dati, o la divulgazione di dati riservati.