Pubblicata l’indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna sul manifatturiero in regione. Dopo le pesanti cadute del 2020, l’attività produttiva nel settore è registrata in ripresa. Con alcune criticità dovute al protrarsi delle misure di contenimento della pandemia.

Nei primi tre mesi del 2021 sono evidenti i segnali di ripresa per produzione, fatturato e, ancora di più, per gli ordini. Questa inversione di tendenza pone fine alla più forte recessione industriale mai sperimentata dopo quella del 2009.

L’indagine congiunturale di Unioncamere per il primo trimestre 2021

Il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’Emilia-Romagna ha recuperato parzialmente la perdita subita nello stesso trimestre dello scorso anno, mettendo a segno una crescita del 3,8 per cento.

Il valore delle vendite (+4,1 per cento) è superiore rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre il fatturato estero risulta meno dinamico (+3,7 per cento).

La congiuntura per singoli comparti del manifatturiero

L’industria alimentare ha fatto segnare un leggero calo nonostante la ripresa dei risultati e delle prospettive. Questo attestano i dati su produzione (-2,4 per cento) e fatturato (-1,5 per cento). La ripresa è decisa per le vendite sui mercati esteri (+3,2 per cento).

Difficoltà per il sistema moda, che vive ancora la peggiore condizione congiunturale tra i settori considerati, su cui sta pesando anche il mutato comportamento dei consumatori indotto dalla pandemia. Il livello di attività scende decisamente al di sotto di quello già basso del primo trimestre del 2020. Forte la caduta della produzione (-4,5 per cento), più contenuta per il fatturato complessivo (-3,3 per cento). Si è alleviata la tendenza negativa del processo di acquisizione degli ordini complessivi (-2,8 per cento), anche grazie a una quasi stabilizzazione dell’export (-1,3 per cento).

In recupero l’industria del legno e del mobile per fatturato (+6,0 per cento), grazie anche all’apporto della forte ripresa della componente estera (+8,5 per cento) e per la produzione (+4,2 per cento).

La ripresa è evidente per l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, caratterizzata da una fitta rete di piccole e medie imprese al centro di molteplici catene produttive. Notevole l’incremento del fatturato (+7,2 per cento), meno brillante la produzione (+6,3 per cento), forse anche per il sensibile aumento dei prezzi dei metalli, bene gli ordini (+8,3 per cento).

Fiducia anche per le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto. Evidenti i segni di miglioramento (fatturato + 5,2 per cento, produzione +6,3 per cento, e soprattutto per gli ordini +9,3 per cento).

La congiuntura per dimensione di impresa

Nel primo trimestre 2021 l’inversione della tendenza in positivo si è realizzata per tutte le classi dimensionali delle imprese.

In particolare, per le imprese fino a 9 addetti la produzione è salita solo dello 0,3 per cento. Il fatturato e gli ordini hanno avuto un incremento pari o di poco inferiore all’1 per cento.

Migliore la dinamica per le imprese con numero di addetti compreso tra 10 e 49 (produzione +4,9 per cento, fatturato +6,0 per cento, ordini +6,1 per cento).

Le imprese con 50 addetti segnano produzione + 4,1 per cento, fatturato analogo +3,9 per cento, sostenuto dal mercato interno, data una minore accelerazione del fatturato estero +3,3 per cento.

Bene i dati delle esportazioni

Riparte l’export dell’Emilia-Romagna. Sulla base dei dati diffusi dall’Istat, nel primo trimestre dell’anno le esportazioni regionali sono cresciute del 6,1 per cento. L’Emilia-Romagna consolida la sua seconda posizione nella graduatoria delle regioni italiane, preceduta dalla Lombardia (cresciuta del 3,5 per cento). La ripresa ha riguardato la quasi totalità dei settori, con l’eccezione del sistema moda e del comparto della gomma e della plastica. L’analisi condotta ad un maggior dettaglio merceologico evidenzia flessioni importanti nelle calzature e nell’abbigliamento, così come alcuni comparti in forte crescita nel primo trimestre 2020 mostrano una battuta d’arresto. Tendenza opposta con crescita a due cifre per molti prodotti della meccanica e dell’automotive.

Dal punto di vista geografico, in riferimento ai principali mercati, l’export dell’Emilia-Romagna cresce oltre il 50 per cento in Cina, attorno al 30 per cento in Repubblica Ceca, Australia e Turchia. In forte flessione, -27 per cento, il commercio estero verso il Regno Unito, superato dalla Spagna, ora al quarto posto, nella graduatoria dei partner commerciali dell’Emilia-Romagna. Ai primi posti si confermano Germania (+13,9 per cento), Francia (+11,5 per cento) e Stati Uniti (+3,5 per cento).