I cambiamenti climatici, con la conseguente carenza di precipitazioni, sollevano il problema di un uso eccessivo dell’acqua e di una rete distributiva arretrata.

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L’emergenza idrica in Italia

Un estate all’insegna della siccità, resa ancor più drammatica dalla situazione delle reti idriche in regione, che disperde quasi il 30% dell’acqua che scorre in esse. Questo, assieme ai consumi per la produzione, è alla base dell’attuale situazione di emergenza.

L’utilizzo d’acqua in Italia

Il settore agricolo è certamente il più grande utilizzatore di acqua. I consumi sono di 11,9 miliardi di metri cubi destinati all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia.
Per l’uso di acqua dolce per uso potabile sono prelevati 9,2 miliardi di metri cubi. Tal valore pone l’Italia al primo posto nell’Ue a 27.
Dal mare e dalle acque interne provengono 18,5 miliardi di metri cubi di acqua utilizzati nel raffreddamento degli impianti di produzione di energia elettrica. Di questi l’88,1% dal mare e il restante 11,9% dalle acque interne che derivano, oltre che da corsi d’acqua, da canali e pozzi, anche da acquedotti industriali, da altri processi produttivi degli stabilimenti vicini e dagli impianti di depurazione delle acque reflue.

Uso dell’acqua nella manifattura

Nella manifattura, compreso l’estrattivo, il consumo è di 3,8 miliardi di metri cubi, con un utilizzo di 5,9 litri di acqua per ciascun euro di produzione realizzata. I settori più idroesigenti sono quello

  • estrattivo con 21,7 litri utilizzati per euro di produzione venduta
  • tessile (20,9 litri per euro)
  • petrolchimico (17,5 litri per euro)
  • farmaceutico (14,1 litri per euro)
  • gomma e materie plastiche (12,4 litri per euro)
  • vetro ceramica, cemento, ecc. (11,2 litri per euro)
  • carta (10,1 litri per euro)
  • prodotti in metallo (7,4 litri per euro)

In questi dieci comparti manifatturieri operano oltre 11 mila imprese emiliano-romagnole con 141 mila addetti, pari a circa un terzo (31,6%) del totale.

Davide Servadei, “le risorse che il Pnrr mette a disposizione per questo settore non vadano disperse in mille rivoli”

“La grave crisi idrica che stiamo vivendo non è una vicenda di questi giorni, ma ha le sue radici nel passato più o meno lontano – commenta Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. Oggi abbiamo un’ulteriore conferma delle gravi carenze infrastrutturali di questo Paese. Una rete idrica moderna ed efficiente è il punto di partenza per evitare sprechi ingiustificati e garantire dei servizi moderni e all’avanguardia. Un ulteriore monito, se ancora ce ne fosse bisogno, perché le risorse che il Pnrr mette a disposizione per questo settore non vadano disperse in mille rivoli, ma finalizzati veramente a garantire all’Italia infrastrutture all’altezza delle sfide che abbiamo davanti”.

Emergenza idrica in Emilia-Romagna

Nel 2020 nei comuni capoluogo di provincia e città metropolitane dell’Emilia-Romagna si è disperso il 29,9% dell’acqua immessa in rete (contro il 36,2% medio nazionale). Le elevate perdite della rete degli acquedotti sono causate dal mancato ammodernamento delle infrastrutture idriche.
In Italia la spesa pubblica per la gestione dell’acqua nel 2020 ammonta a 1.549 milioni di euro, pari a 26 euro per abitante. Circa un terzo dei 72 euro della spesa media Ue.

Amilcare Renzi, “occorre pensare alla manutenzione del territorio”

“Intervenire per ridurre drasticamente la dispersione in rete dell’acqua è certamente uno dei primi interventi da fare. Parallelamente occorre pensare alla manutenzione del territorio – sottolinea Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia Romagna -. E il primo presidio è affidato certamente al mondo dell’agricoltura, a coloro che risiedono e operano nei territori appenninici e non solo. Ma nello stesso tempo il mondo della piccola e media impresa e dell’artigianato può contribuire in maniera importante alla salvaguardia degli alvei dei fiumi e delle aree boschive, finalizzata a evitare il più possibile le catastrofi o comunque i danni che le piene improvvise creano periodicamente.
Il nostro è un mondo che fa ricerca sugli impianti idrici per assicurare alle colture l’acqua necessaria alla loro crescita, evitando gli sprechi e le dispersioni. Ad esempio un impianto a goccia efficiente garantisce al frutteto o all’orto il giusto apporto di acqua risparmiando risorsa e denaro.
Il mondo della piccola e media impresa e dell’artigianato è in campo da anni e si candida, quindi, a svolgere una funzione importantissima per l’attività di presidio delle colture, dei giardini e dei parchi, evitando spreco di acqua grazie a quella ricerca continua che il mondo dell’artigianato fa per mettere a disposizione le tecnologie migliori e più efficienti”.