L’allargamento al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente potrebbe aggravare la flessione del commercio internazionale, mettendo a rischio una quota rilevante dell’import-export dell’Italia.

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Nei primi dieci mesi del 2023 il volume del commercio internazionale è sceso del 2,2% su base annua, un ampio segno negativo che da inizio secolo si è registrato solo nel 2009, con la crisi innescata dai mutui subprime, e nel 2020, con la pandemia. Il calo dell’interscambio commerciale mondiale ha forti ripercussioni  sulle vendite del made in Italy. Dall’esame degli ultimi dati pubblicati dall’Istat, a novembre 2023 il volume dell’export è sceso del 6,4% rispetto al 2022. Nei primi undici mesi del 2023 il calo è del 4,6%.

 

L’import-export italiano ed emiliano-romagnolo che passa per il Canale di Suez

Per l’Italia si stima che il valore dell’import-export annuale che transita per il Canale di Suez proveniente dai paesi del Medio Oriente, dall’Asia, dall’Oceania e dai paesi del Sud-Est dell’Africa nel 2023 (ultimi dodici mesi a settembre) sia pari a 148,1 miliardi di euro, di cui 93,1 miliardi di euro di importazioni e 55,0 miliardi di esportazioni, che rappresenta il 42,7% del commercio estero dell’Italia trasportato per mare e l’11,9% del commercio estero totale dell’Italia.

Il valore delle esportazioni made in Emilia-Romagna trasportate via mare attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso è pari a 9.371 milioni di euro, secondo valore più elevato dopo la Lombardia. La nostra regione occupa la prima posizione tra le 5 regioni più esposte alla crisi di Suez, insieme a Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto e Lombardia.