Il Centro studi di Confartigianato ha pubblicato una ricerca sulle tendenze del credito alle imprese nella primavera del 2022.

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L’inflazione in Europa e in Italia

Secondo la ricerca ad aprile 2022 l’inflazione armonizzata si colloca al 7,5% nell’Eurozona e al 6,6% in Italia. L’inflazione è determinata dall’aumento dei prezzi dei beni energetici per poco meno di due terzi. Sul rialzo dell’inflazione pesano gli effetti del conflitto in Ucraina e il calo degli approvvigionamenti nelle filiere globali. Un fenomeno accentuato dai lockdown in Cina. In un Paese storicamente avverso all’inflazione come la Germania, i prezzi al consumo crescono del 7,8%.

La politica monetaria

Con l’obiettivo di frenare la dinamica inflazionistica, le autorità adottano una politica monetaria meno accomodante. Il Consiglio direttivo, a partire da marzo, prospetta un rallentamento degli acquisto di titoli, con un termine nel terzo trimestre dell’anno. Nell’intervento di mercoledì 11 maggio la presidente della Bce ha prospettato per luglio un primo aumento dei tassi di interesse. Con l’inflazione che negli Stati Uniti arriva all’8,3%, lo scorso 4 maggio la Fed ha rialzato di 0,50 punti i tassi di riferimento, l’incremento più alto dal 2000. Sono possibili ulteriori rialzi nelle prossime sedute. L’aumento dei tassi, associato alla carenza di derrate alimentari e al loro aumento di prezzo, potrebbe generare rischi di instabilità finanziaria in molti Paesi in via di sviluppo con elevato debito estero. Una differente evoluzione dei tassi fissati dalle principali banche centrali determinerebbe ulteriori effetti sui tassi di cambio e il commercio internazionale.

Credito alle imprese, l’aumento dei tassi

Il prossimo aumento dei tassi di interesse si associa ad un debito del settore privato che, dopo diversi anni di graduale calo, nei 27 paesi dell’Ue “è aumentato notevolmente nel 2020, raggiungendo il 119 % del PIL, il livello più elevato dal 2015”

Si delinea il rischio di una sincronizzazione pro-ciclica delle politiche economiche. In uno scenario di stagflazione, la politica monetaria potrebbe diventare pro-ciclica e pericolosamente sincronizzata con una politica fiscale prudente, come indicato nelle raccomandazioni della Commissione europea (2022a), finalizzata a garantire una riduzione del debito. Al contrario, le spinte recessive in corso – le previsioni della Commissione europea pubblicate lo scorso 16 maggio correggono al ribasso di 1,9 punti la crescita del PIL per quest’anno in Italia – rendono necessaria la proroga a tutto il 2023 della clausola di sospensione delle regole del Patto di stabilità e crescita, attivata a marzo 2020 con lo scoppio della pandemia.