Preoccupazione ai massimi livelli e incertezza tra le Mpmi emiliano-romagnole dopo l’annuncio di Donald Trump, che nella serata del 2 aprile ha firmato il documento che introduce dazi reciproci al 20% verso l’Europa e al 25% per le auto straniere.

Misure che certamente saranno impattanti per l’Europa e, quindi, anche per il nostro Paese che è tra i principali esportatori nel suolo americano. Senza dimenticare che queste misure si aggiungono alla recessione tedesca e alla crisi dell’automotive.

Secondo un sondaggio del centro studi di Confartigianato Emilia Romagna, circa due terzi delle Mpmi della regione sono coinvolte da queste problematiche.

 

Davide Servadei, “gli Stati Uniti sono sempre stati un partner commerciale di primaria importanza”

“Inutile dire che le scelte del Presidente degli Stati Uniti non ci piacciono e, soprattutto, non ci convincono perchè i dazi sono un elemento antistorico che ci porta indietro nel tempo – è il commento di Davide Servadei, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna -. In secondo luogo è ora necessario capire settori, cifre e categorie merceologiche coinvolte dai dazi e la portata di queste misure. Resta il fatto che queste scelte non aiutano lo sviluppo, la coesione e la serenità, oggi più che mai necessari in un contesto di grande incertezza. Certo, il nostro mondo è preoccupato, anche perchè a livello regionale abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con gli Stati Uniti, che sono un punto di riferimento per il nostro agroalimentare, per il comparto dell’automotive e per la moda, due settori, tra l’altro, che hanno già problematiche indipendentemente dai dazi e che rischiano di accentuarsi. In un momento come questo sono convinto che la creatività, la flessibilità del mondo artigiano e della media e piccola impresa emergeranno ancora una volta e i nostri imprenditori non staranno a guardare, ma cercheranno di fronteggiare la situazione con una accentuata sensibilità verso nuovi mercati e nuovi canali di commercializzazione. Ci dispiace perché gli Stati Uniti sono sempre stati un partner commerciale di primaria importanza e sono convinto che queste scelte le pagheranno anche i cittadini americani, che avranno più difficoltà a godere dei prodotti di qualità del mercato italiano ed emiliano-romagnolo”.

 

Alcuni dati della ricerca del Centro studi

– Il 66,9% delle micro e piccole imprese e imprese artigiane emiliano-romagnole ha dichiarato di sentirsi impattato direttamente o indirettamente dalle principali sfide attuali (la crisi dell’automotive, le minori vendite per i dazi Usa e/o la recessione in Germania), valore che sale all’82,5% tra le imprese manifatturiere. L’esposizione alle crisi cresce al crescere della dimensione aziendale.

– Il 69,7% delle MPI manifatturiere intervistate esporta direttamente e/o indirettamente sui mercati esteri. Il 38,4% esporta invece direttamente e/o indirettamente verso gli Stati Uniti. Tra queste imprese in media il 10,5% del fatturato annuo viene dalle vendite sul mercato statunitense.

– Tra le imprese manifatturiere che esportano, il 40,0% prevede una stabilità delle proprie esportazioni nei prossimi 12 mesi, il 29,2% prevede un calo delle esportazioni, mentre il 10,8% prevede una crescita.

– Il 75% delle imprese manifatturiere che esportano indica l’Europa geografica (compresa Inghilterra, Svizzera, etc.) come il proprio mercato strategico nel prossimo futuro, mentre il 30,0% dei rispondenti guarda al Medio Oriente e il 20,0% ai mercati asiatici.

– Di fronte alle sfide e incertezze poste dai mercati internazionali l’87,7% delle imprese manifatturiere che esporta ha adottato o ha in programma di adottare a breve delle contromisure.