L’attacco di Israele all’Iran, avvenuto nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno 2025, ha segnato un nuovo punto di escalation nel conflitto mediorientale che coinvolge in modo diretto e indiretto diverse aree del mondo. Le ripercussioni della crisi si estendono oltre i confini della regione, interessando anche Paesi limitrofi come Egitto, Libia e Turchia, oltre alle nazioni già coinvolte nella guerra tra Russia e Ucraina. A queste tensioni si sommano gli scontri registrati ai confini tra India e Pakistan di inizio maggio.

Il deteriorarsi dello scenario geopolitico ha già avuto un impatto tangibile sui mercati, spingendo al rialzo i prezzi delle commodity energetiche e alimentando un clima di crescente incertezza negli scambi internazionali. A complicare ulteriormente il quadro contribuisce la prospettiva di una nuova guerra commerciale, con l’annuncio di possibili dazi incrociati tra grandi economie mondiali.

Per l’Italia, tutto ciò rischia di compromettere la fragile ripresa delle esportazioni avviata nei primi quattro mesi dell’anno, con potenziali ricadute significative per il sistema produttivo, in particolare per le piccole e medie imprese orientate ai mercati esteri.

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