Nonostante le imprese dell’Emilia Romagna siano in calo (-0,7%), quelle femminili risultano ancora una volta in controtendenza (+0,1%). A sottolinearlo sono i dati regionali di i dati Unioncamere.
“La buona notizia non mi stupisce: negli ultimi dieci anni c’è sempre stato un lieve, ma costante, aumento”. E’ il  commento di Emanuela Bacchilega, presidente del Gruppo Donne di Confartigianato Emilia Romagna che associa oltre 3.300 imprenditrici.

“E’ un risultato positivo di una nuova cultura imprenditoriale che si sta facendo spazio – continua -. Ci sono meno barriere rispetto al passato per le donne. Credo infatti che questo sia uno dei pochi effetti positivi del cambio di paradigma economico innescato dalla crisi. Molto importante è l’innalzamento culturale, con tante laureate in più che hanno anche grandi capacità manuali e che hanno il coraggio di mettersi in proprio.

 

COME AVERE PIU’ IMPRENDITRICI

“Questo trend potrebbe anche migliorare nel caso in cui vengano incentivati alcuni meccanismi virtuosi – continua Bacchilega -. Ad esempio, dopo una lunga battaglia, abbiamo ottenuto il voucher baby-sitter primo anno di vita dei figli, ma se fosse portato a tre anni come per le dipendenti, sarebbe un aiuto importante. Recentemente, infatti, abbiamo fatto un’indagine sulle esigenze delle imprenditrici dell’Emilia-Romagna aderenti a Confartigianato e abbiamo scoperto che il tempo extra lavoro viene dedicato quasi interamente alla cura dei figli, mentre a noi stesse dedichiamo meno di un’ora al giorno”.