Export in RussiaL’esame dei dati sul commercio estero pubblicati dall’Istat, il 15 luglio scorso, confermano un calo dell’export verso la Federazione russa. Si accentua, in tal senso, una tendenza già riscontrata in una recente analisi di Confartigianato. Nei primi cinque mesi del 2018 il made in Italy verso la Russia cala del 3,3%, invertendo l’ottima performance (+19,3%) registrata nel 2017. Sulla domanda influisce una crescita ancora debole, con il PIL della Russia in salita dell’1,7%. La dinamica degli scambi commerciali viene penalizzata dalla rivalutazione dell’11,8% dell’euro rispetto al rublo, con il cambio che passa da 62,5 rubli per un euro nel primo trimestre 2017 a 69,9 nel primo trimestre del 2018 e dalle vigenti sanzioni economiche.

Concentrando l’attenzione sulle esportazioni dei settori a maggiore concentrazione di MPI si osserva una crescita delle vendite di alimentari e bevande (+13,1%), una tenuta per i mobili (-0,6%), mentre sono in territorio negativo i prodotti delle altre attività manifatturiere quali gioielleria, occhialeria, ecc. (-3,6%), Prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori (-2,1%) e metalli di base e prodotti in metallo (-6,1%); calo più ampio per legno e prodotti in legno e sughero (-13,8%).

In chiave territoriale, con dati disponibili al I trimestre 2018, nei settori di MPI l’export in Russia cala dell’1,1% e tra le principali regioni esportatrici si registrano forti dinamiche positive in Umbria che con il +28,2% migliora quanto osservato l’anno precedente (+24,2%), così come in Veneto con il +13,3% (era +10,4% l’anno prima) e in Piemonte con il +12,4%, in rallentamento rispetto al +33,3% del I trimestre 2017. Nelle altre maggiori regioni si osservano delle dinamiche negative in controtendenza o in peggioramento rispetto a quanto registrato l’anno precedente. Nel dettaglio si registra un -21,6% dell’export di MPI in Friuli Venezia Giulia (era -2,6% un anno prima), -15,7% in Campania (era +18,6%), -13,6% nelle Marche (era +16,9%), -11,7% in Toscana (era +7,8%), -9,9% nel Lazio (era -9,0%); la flessione si contiene a -1,5% in Abruzzo (era +30,8%), a -1,2% in Lombardia (era +31,5%) e -0,6% in Emilia Romagna (era +14,7%).

A livello provinciale tra le trenta principali province esportatrici di prodotti dei settori di MPI in Russa si rilevano aumenti in doppia cifra per Alessandria (54,7%), Verona (47,5%), Brescia (31,3%), Perugia (29,8%), Torino (27,9%), Belluno (24,3%), Parma (24,1%), Ravenna (17,5%), Reggio Emilia (17,4%), Vicenza (13,2%); aumento più contenuto per Mantova (5,6%), mentre rimane stazionaria Milano (0,1%). Ampie dinamiche negative per Bologna (-20,6%), Forlì–Cesena (-13,4%) e Modena (-12,7%).

 

(Fonte Confartigianato.it)