Nella foto, da sinistra, Monica Salvioli del Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna e Mauro Giuseppe Ghetti, presidente regionale di Anaepa Confartigianato.

Confartigianato Imprese Emilia-Romagna presenta i dati congiunturali del comparto edilizio delle imprese in regione, elaborati dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna, con un focus particolare sulle imprese artigiane e una ripartizione per provincia. L’analisi dei dati mostra il ruolo virtuoso delle aziende artigiane, con gli infortuni che registrano una tendenza in continua diminuzione fino a -14,4% nel quadriennio 2014-2018, e con il ruolo di ammortizzatore sociale svolto dalle imprese del comparto, segnalato dall’aumento delle ore lavorate e degli addetti iscritti alle casse edili regionali sebbene a fronte di un sensibile calo delle aziende del comparto. A fronte di ciò si devono però registrare talune criticità, soprattutto nell’ottenere credito e nella difficoltà delle imprese di piccole dimensioni a intercettare bandi accessibili.

“In questi anni di grande difficoltà, gli artigiani hanno sorretto, soprattutto dal punto di vista occupazionale, l’intero comparto, in balia di una crisi senza precedenti – commenta Mauro Giuseppe Ghetti, presidente di Anaepa Confartigianato regionale -. L’introduzione dello split-payment, seguita dalla riforma incompiuta del codice degli appalti pubblici, per arrivare all’ultima novità del cosiddetto ‘sconto in fattura’, hanno aggiunto e aggiungono tuttora, altre difficoltà al settore che, per il ruolo esercitato di volano dell’economia interna, meriterebbe un supplemento di attenzione al pari di altri comparti”.

“Possiamo partire da un lavoro di regolazione degli appalti a Km 0 chiedendo, nel rispetto della normativa vigente, regole comuni su tutto il territorio regionale, che consentano di valorizzare le piccole imprese locali – prosegue Ghetti -. Lo scoglio principale da superare è sempre quello della modalità di selezione dei contraenti adottata dalle stazioni appaltanti nelle procedure negoziate per gli appalti cosiddetti ‘sottosoglia’”.

“Da sempre c’è la convinzione che nelle aziende artigiane il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro non sia una priorità e quindi venga sottovalutato – conclude il presidente Anaepa regionale Ghetti -. I dati Inail da noi elaborati dicono una cosa diversa. Nel quinquennio 2014 – 2018 i dati ci dicono che gli infortuni nelle costruzioni aumentano del 15,8% per le imprese non artigiane, mentre nell’artigianato diminuiscono del 14,4% a fronte di un aumento costante delle ore lavorate”.

La ricerca in sintesi:

• Il settore delle Costruzioni in Emilia-Romagna, al secondo trimestre dell’anno in corso, conta 70.776 imprese. Di queste 7 su 10 (il 71,7%), pari a 50.753, unità sono artigiane.

 Il numero di dipendenti iscritti presso le Casse Edili sale dal 2015 al 2018 di 3.253 unità (+8,2%); stessa dinamica si rileva per l’artigianato con 334 dipendenti in più nel corso dei tre anni in esame (+1,8%).

• L’analisi dei dati Inail sugli infortuni mostrano che nel 2018 sono complessivamente 5.335 gli infortuni denunciati in occasione di lavoro dalle imprese di Costruzioni e Impianti, di cui 2.891 in imprese artigiane (54,2% del totale). La dinamica degli infortuni totali denunciati dal 2014 al 2018 nel settore presenta un saldo negativo pari al -2,8%, risultato determinato dal calo degli infortuni nell’artigianato (-14,4%).

• La maggiore difficoltà di accesso al credito riscontrata dalle piccole imprese (<20 addetti> rispetto a quelle più strutturate: negli ultimi 7 anni (30 giugno 2012  30 giugno 2019) il credito erogato in Emilia-Romagna alle piccole imprese è calato del -32,1%, a fronte di un calo del -25,4% registrato per le imprese con 20 dipendenti o più; mentre nell’ultimo anno (30 giugno 2018  30 giugno 2019) per le piccole si rileva una diminuzione dei finanziamenti concessi del -4,6% a fronte di una flessione meno accentuata del -1,5% per quelle medio-grandi.

 Nel 2017 (ultimo anno rilevato) in Emilia-Romagna sono stati affidati 1.235 lavori per un valore complessivo di 676 milioni di euro. Cresce il valore medio per affidamento, che da 424 mila euro nel 2016 passa a 547 mila euro nel 2017. Di questi lavori affidati il 58,2% viene aggiudicato a imprese della regione. Il valore medio di ribasso si attesta al 17,1%, che si abbassa al 15% tra le imprese aggiudicatarie della regione e si alza al 21,1% per quelle extra regionali. In base alle fasce d’importo monitorate delle gare d’appalto (CIG-Codici Identificativi di Gara) si coglie come nel 2017 ai bandi di gara potenzialmente accessibili alle imprese artigiane del settore (fascia di importo 40-499 mila euro) siano destinati 281 milioni di euro, il 23% del valore complessivo dei bandi, escludendo di fatto questa categoria d’imprese da un’ampia quota di mercato.